Nella concelebrazione del 2 maggio, in occasione del centenario della nascita della fondatrice Gianna, tenuta al Centro del Movimento in Zagarolo, il Vescovo prendendo spunto dal Vangelo della liturgia del giorno ( Gv 6, 1-15) ha così svolto la sua omelia: Omelia anche nel sito della diocesi di Palestrina
Dicono che i giovani sono sbadati, che occorre sempre rimproverarli perché si dimenticano tutto; non sono poche le mamme o i papà che rincorrono i figli per portare loro a scuola o al lavoro ciò che hanno dimenticato. Non è stato così di quel ragazzo che è andato a vedere Gesù sulla montagna. Ne aveva sentito parlare sicuramente, aveva anche lui una voglia incontenibile di vederlo, di sentirlo, di poter raccontare agli amici: io c'ero. E' tanta la gente che segue Gesù, che resta incantata dai suoi discorsi. Si appassionano talmente a quanto dice che dimenticano tutto.
Lui invece il ragazzo, il famoso sbadato, sa che a tempo giusto gli viene una fame da lupo, gli si fa un buco nello stomaco che nessuna parola può riempire. Che fa? si prende in saccoccia dei panini. Andrea, l'apostolo, ha allungato gli occhi e glieli ha contati: cinque pani e due pesci.
E' difficile capire come mai Andrea di fronte alla pratica impossibilità degli apostoli di affrontare il problema della fame della gente, faccia a Gesù questa affermazione: c'è qui un ragazzo con cinque pani e due pesci... Che vuoi dire Andrea? Stai canzonando Gesù? Stai dichiarando la tua impossibilità a fare qualcosa? Credi che Gesù invece la possa fare? Sei tu stesso che dici: ma questi panini, che vogliono dire, che importanza hanno? La nostra capacità di intervenire che è di fronte a tanta gente?
La soluzione veramente lui ce l'ha: ciascuno si arrangi, che vadano ciascuno a casa sua, ciascuno pensi per sé. Non ha ancora capito niente dal maestro. Non ha capito che con Gesù il verbo arrangiarsi è sostituito da condividere, da lavorare assieme, da mettere a disposizione ciascuno il suo piccolo o grande contributo.
E Gesù moltiplica pani e pesci; e questa riserva del ragazzo diventa per Gesù il punto di partenza per sfamare tutta la gente. L'offerta spontanea della propria debolezza è sempre inizio di un miracolo di amore. Lo sanno molto bene i santi che si sono fidati della provvidenza. Dio vuole sempre che mettiamo la mano sul fuoco per lui, che non dubitiamo, che siamo certi che farà sempre la sua parte. La speranza nasce dalla fiducia e dalla generosità di chi rischia per amore, non dalla sicurezza di chi possiede.
(Il Vescovo poi ha proseguito la sua omelia parlando più specificamente della Fondatrice e della sua Opera( ).
Mi pare che la vita di Gianna Gelfusa risponda proprio a questa fiducia immensa in Dio, seguendo la fede incrollabile di Maria. La sua vita è stata tutta un accogliere da Dio la sua misericordia, il suo aiuto, la sua Parola.
Dalla breve biografia, stesa da Gian Paolo Riccò, responsabile oggi della comunità che vive qui a Betania di Zagarolo, sulla nostra pagina web, leggo e condivido volentieri quanto vi si scrive "Di lei si compiacque Dio Padre, che la chiamò a una missione speciale e l'arricchì di doni non comuni, sicuro di poter contare sulla sua obbedienza, sull'umiltà e su una disponibilità senza limiti: la rese infatti strumento di Messaggi celesti, richiami d'amore agli uomini d'oggi. I Messaggi celesti, mirano - con un linguaggio positivo che infonde fiducia e pieni di dottrina autentica e d'amore - alla formazione ad una vita cristiana coerente e ad un comportamento fedele al Vangelo."
Da qui è nato il Movimento, che all'inizio era fortemente ecclesiale, cioè legato alla chiesa prenestina, attraverso i vescovi miei predecessori e la disponibilità assoluta di Gianna alla collaborazione con i pastori. Oggi tutto questo continua. Non abbiamo introdotto niente di nuovo, ma per non disperdere l'ispirazione iniziale, è stato codificato dando all'associazione privata di fedeli un riconoscimento canonico. Nello stesso tempo si è rimpolpata la fraternità sacerdotale, con 4 nuovi presbiteri, che ne cura la spiritualità e, con i laici, anima i vari cenacoli distribuiti in tutta Italia. Questi cenacoli sono collegati ai vescovi del luogo tramite nostre comunicazioni precise e la collaborazione locale.
(Alludendo poi alla prima lettura, il brano di Atti 5, 34-39, così ha proseguito: )
Penso che tante volte avete avuto la tentazione di paragonarvi al gruppo di Gamaliele che diceva: “ Se è una cosa di Dio, andrà avanti; se non è di Dio finirà”. Voi convinti che è opera di Dio, siete qui ancora. Andiamo avanti! Magari stiamo attenti a definirci come Gamaliele, perché Dio fa quel che vuole. Noi abbiamo fiducia che questa è opera di Dio e quindi vogliamo essere fedeli.
Sono finite, grazie a Dio, le molte riserve del clero e della gente, che ho rilevato al mio arrivo 9 anni fa, per una conoscenza maggiore del movimento, per una collaborazione ancora più stretta con la diocesi e soprattutto per il dono della conversione di ciascuno, sia membri del Movimento che fedeli di Palestrina, che Dio come sempre ci ha regalato. La conversione ce la regala Lui!
Oggi possiamo guardare anche al futuro con speranza e con assoluta fedeltà alla Chiesa e ai carismi di Gianna Gelfusa.
(Il Vescovo, al termine della sua omelia, ha così concluso:)
Noi su questo non ci spostiamo di un millimetro: siamo fedeli alla Chiesa e alle ispirazioni che Dio ci ha dato attraverso di lei. E' quello che vogliamo ridirci in questa occasione e vogliamo ripromettere al Signore e alla Madonna: vogliamo su questo impegnare la nostra vita interiore e la nostra conversione continua.
+ Domenico,vescovo