Il Santuario Cuore Immacolato di Maria Santissima

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Santuario Cuore Immacolato di Maria - 1° anniversario

Il giorno 6 gennaio 2017, solennità dell'Epifania, si è rinnovata nei nostri cuori la gioia di un anno fa, quando la chiesa annessa al Centro Betania fu elevata a Santuario diocesano; allora ci fu il giubilo di tutto il Movimento e la partecipazione di tanti fedeli e più sacerdoti della nostra Diocesi.
Il nostro vescovo mons. Domenico Sigalini è stato ben felice del nostro invito. Così con solennità, è stata celebrata la santa Messa di questo evento del primo anniversario in concomitanza della significativa festa dell'Epifania del Signore.
Il Vescovo nel commentare il Vangelo della visita dei Magi a Betlemme, nell'omelia ha premesso queste parole “A un anno dall’inizio di questa nostra bella iniziativa pastorale, di fare di questa chiesa un santuario, siamo qui ancora ad adorare e riconoscere nel Bambino Gesù il Figlio di Dio, ad adorarlo e a rendergli tutto il nostro amore e la nostra adorazione”.
È vero, come hanno fatti i Magi, siamo chiamati a recarci al santuario per cercare il Bambino in braccio a sua Madre che ci aspettano, a offrire loro i nostri miseri doni, per poter ricevere in cambio i loro inestimabili tesori!
Riportiamo due espressioni significative di Gesù e della sua Mamma contenute nei Messaggi celesti, che esprimono chiaramente questo loro attendere:

«Grazie, grazie, fratelli miei, che non mi avete lasciato solo. Sono qui, sono qui. Voglio dirvelo che vi aspetto: quando potete! Fratelli miei, non voglio di più: quando potete! Quello che io aspetto da voi di più è l’amore, è il credere che io sono con voi, per voi, per la vostra salvezza, per la vostra difesa». (Gesù, 27 Marzo 1999)

«Ecco, Betania è pronta anche per voi!...Voi siete contenti? ... Quando venite, io sono qui che vi aspetto. Quello che desiderate, io ve lo darò! Parole piccole ... come voi! Ci scambieremo le paroline. Siete contenti? La Mamma non è in alto, figli, non è sulla luna, è nei vostri cuori, nelle vostre bocche!» (Maria Santissima, 15 Aprile 1999)

Nonostante il clima con temperature sottozero, molti fedeli delle zone circostanti sono venuti. Anche il parroco di Zagarolo, don Damiano e di Labico, don Antonio, hanno voluto onorarci con la loro partecipazione. Sono venuti per l'evento dei rappresentanti dei gruppi di Parma, Casalmaggiore, Padova, Gioiosa Ionica e Grotteria (RC).
Dopo la celebrazione, tutti sono stati invitati ad un abbondante rinfresco, momento bello di festa per fraternizzare.

(Il Rettore)


L'Associazione Nazionale Carabinieri al Santuario Mariano Betania

Una foto di gruppo
Una foto di gruppo

Il 18 Dicembre 2016, le Sezioni dell’Associazione Nazionale Carabinieri dei Comuni di Zagarolo e di San Cesareo (RM), hanno voluto riunirsi con i loro familiari per la tradizionale festa degli auguri di fine anno. Per solennizzare tale evento in fraternità e comunione d’intenti, che da sempre contraddistingue “L’Arma Benemerita” al servizio della società, non di rado anche con il sacrificio della vita, gran parte dei militari in congedo hanno chiesto ed ottenuto di riunirsi nel Santuario del Cuore Immacolato di Maria a Zagarolo. Hanno voluto onorare questo evento con la loro presenza ufficiale:

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Il valore dei santuari e del pellegrinaggio

Il Magistero ed il papa, anche ultimamente, hanno espresso il valore dei Santuari e del pellegrinaggio in questi luoghi “privilegiati”.
Riportiamo di seguito alcune loro espressioni e più sotto degli estratti brevi di alcuni loro documenti ufficiali e discorsi.
– (i Santuari) luoghi dell'essenziale, luoghi, dove si va per ottenere «la grazia», prima ancora che «le grazie»
– Il Popolo di Dio», trova nel Santuario un luogo privilegiato…
– Qui sperimentano in modo profondo la vicinanza di Dio, la tenerezza della Vergine Maria e la compagnia dei Santi…
– I Santuari, nella varietà delle loro forme, esprimono un’opportunità insostituibile per l’evangelizzazione nel nostro tempo.
– i Santuari possono essere un vero rifugio per riscoprire sé stessi e ritrovare la necessaria forza per la propria conversione.

– i Santuari, per i pellegrini che sono alla ricerca delle loro vive sorgenti, sono luoghi eccezionali per vivere "come Chiesa" le forme della preghiera cristiana.
– È importante che il pellegrino che varca la soglia del santuario si senta trattato più che come un ospite, come un familiare. Deve sentirsi a casa sua, atteso, amato e guardato con occhi di misericordia.

 

Catechismo della Chiesa Cattolica

2691. La chiesa, casa di Dio, è il luogo proprio della preghiera liturgica per la comunità parrocchiale. E' anche il luogo privilegiato dell'adorazione della presenza reale di Cristo nel Santissimo Sacramento. La scelta di un luogo adatto non è indifferente alla verità della preghiera:

[…]

- i pellegrinaggi evocano il nostro cammino sulla terra verso il cielo. Sono tradizionalmente tempi forti di rinnovamento della preghiera. I santuari, per i pellegrini che sono alla ricerca delle loro vive sorgenti, sono luoghi eccezionali per vivere "come Chiesa" le forme della preghiera cristiana.

Dalla lettera di S. Giovanni Paolo II per il VII centenario
del Santuario della Santa Casa di Loreto
data il 15 agosto 1993


[...]
7. - Ciò che abbiamo detto ci aiuta a vedere più chiaramente quale potrebbe essere la funzione dei grandi Santuari, particolarmente quello di Loreto, nel nuovo contesto religioso di oggi: non luoghi del marginale e dell'accessorio ma, al contrario, luoghi dell'essenziale, luoghi, dove si va per ottenere «la grazia», prima ancora che «le grazie». Oggi è necessario, per rispondere alle nuove sfide della secolarizzazione, che i Santuari siano luoghi di evangelizzazione, vere e proprie cittadelle della fede, nel senso globale che questa parola aveva sulla bocca di Gesù quando diceva: «Convertitevi e credete al Vangelo» (Mc 1, 15)

[…]
8. - Ho detto che i Santuari devono essere sempre più luoghi dell'essenziale, in cui si fa esperienza dell'assoluto di Dio. Ma non per questo in essi saranno dimenticati i problemi quotidiani della vita.

[...]
9. - Faccio voti affinché il glorioso Santuario della Santa Casa, che ha avuto una parte così attiva nella vita del popolo cristiano per quasi tutto il corso del secondo millennio che sta per concludersi, possa averne una altrettanto significativa nel corso del terzo millennio che è alle porte, continuando ad essere, come per il passato, uno dei pulpiti mariani più alti della cristianità.

AGLI OPERATORI DI PELLEGRINAGGI E RETTORI DI SANTUARI   
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO -  21 gennaio 2016

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!           
Accolgo cordialmente tutti voi, operatori dei pellegrinaggi ai santuari. Andare pellegrini ai santuari è una delle espressioni più eloquenti della fede del popolo di Dio...
È per questo che la parola-chiave che desidero sottolineare oggi insieme con voi è accoglienza: accogliere i pellegrini. Con l’accoglienza, per così dire, “ci giochiamo tutto”. Un’accoglienza affettuosa, festosa, cordiale, e paziente….
Il pellegrino che arriva al santuario è spesso stanco, affamato, assetato… E tante volte questa condizione fisica rispecchia anche quella interiore. Perciò, questa persona ha bisogno di essere accolta bene sia sul piano materiale sia su quello spirituale. È importante che il pellegrino che varca la soglia del santuario si senta trattato più che come un ospite, come un familiare. Deve sentirsi a casa sua, atteso, amato e guardato con occhi di misericordia. Chiunque sia, giovane o anziano, ricco o povero, malato e tribolato oppure turista curioso, possa trovare l’accoglienza dovuta, perché in ognuno c’è un cuore che cerca Dio, a volte senza rendersene pienamente conto. Facciamo in modo che ogni pellegrino abbia la gioia di sentirsi finalmente compreso e amato. In questo modo, tornando a casa proverà nostalgia per quanto ha sperimentato e avrà il desiderio di ritornare, ma soprattutto vorrà continuare il cammino di fede nella sua vita ordinaria.

Dalla lettera Apostolica di papa Francesco (si riporta un estratto)


“Sanctuarium in Ecclesia”

1. Il Santuario possiede nella Chiesa una «grande valenza simbolica»[1] e farsi pellegrini è una genuina professione di fede. Attraverso la contemplazione dell’immagine sacra, infatti, si attesta la speranza di sentire più forte la vicinanza di Dio che apre il cuore alla fiducia di essere ascoltati ed esauditi nei desideri più profondi.[2] La pietà popolare, che è una «autentica espressione dell’azione missionaria spontanea del Popolo di Dio»,[3] trova nel Santuario un luogo privilegiato dove poter esprimere la bella tradizione di preghiera, di devozione e di affidamento alla misericordia di Dio inculturati nella vita di ogni popolo.

 

Fin dai primi secoli, infatti, si pensò al pellegrinaggio anzitutto verso i luoghi dove Gesù Cristo aveva vissuto […].


2. I Santuari permangono fino ai nostri giorni in ogni parte del mondo come segno peculiare della fede semplice e umile dei credenti, che trovano in questi luoghi sacri la dimensione basilare della loro esistenza credente. Qui sperimentano in modo profondo la vicinanza di Dio, la tenerezza della Vergine Maria e la compagnia dei Santi: un’esperienza di vera spiritualità che non può essere svalutata, pena il mortificare l’azione dello Spirito Santo e la vita di grazia. Molti Santuari sono stati a tal punto percepiti come parte della vita delle persone, delle famiglie e delle comunità da aver plasmato l’identità di intere generazioni, fino ad incidere sulla storia di alcune nazioni.

 

Il grande afflusso di pellegrini, la preghiera umile e semplice del popolo di Dio alternata alle celebrazioni liturgiche, il compiersi di tante grazie che molti credenti attestano di aver ricevuto e la bellezza naturale di questi luoghi permettono di verificare come i Santuari, nella varietà delle loro forme, esprimono un’opportunità insostituibile per l’evangelizzazione nel nostro tempo.

 

3. Questi luoghi, nonostante la crisi di fede che investe il mondo contemporaneo, vengono ancora percepiti come spazi sacri verso cui andare pellegrini per trovare un momento di sosta, di silenzio e di contemplazione nella vita spesso frenetica dei nostri giorni. Un desiderio nascosto fa sorgere in molti la nostalgia di Dio; e i Santuari possono essere un vero rifugio per riscoprire sé stessi e ritrovare la necessaria forza per la propria conversione. Nel Santuario, infine, i fedeli possono ricevere un sostegno per il loro cammino ordinario nella parrocchia e nella comunità cristiana. Questa osmosi tra il pellegrinaggio al Santuario e la vita di tutti i giorni è un valido aiuto per la pastorale, perché le consente di ravvivare l’impegno di evangelizzazione mediante una testimonianza più convinta. Pertanto, camminare verso il Santuario e partecipare alla spiritualità che questi luoghi esprimono sono già un atto di evangelizzazione, che merita di essere valorizzato per il suo intenso valore pastorale.[5]


4. Per sua stessa natura, dunque, il Santuario è un luogo sacro dove la proclamazione della Parola di Dio, la celebrazione dei Sacramenti, in particolare della Riconciliazione e dell’Eucaristia, e la testimonianza della carità esprimono il grande impegno della Chiesa per l’evangelizzazione [...].


Attraverso la spiritualità propria di ogni Santuario, i pellegrini sono condotti con la “pedagogia di evangelizzazione” [6] ad un impegno sempre più responsabile sia nella loro formazione cristiana, sia nella necessaria testimonianza di carità che ne scaturisce. Il Santuario, inoltre, contribuisce non poco all’impegno catechetico della comunità cristiana;[7] trasmettendo, infatti, in modo coerente ai tempi il messaggio che ha dato inizio alla sua fondazione, arricchisce la vita dei credenti, offrendo loro le ragioni per un impegno nella fede (cfr 1 Ts 1,3) più maturo e consapevole. Nel Santuario, infine, si spalancano le porte ai malati, alle persone disabili e, soprattutto, ai poveri, agli emarginati, ai rifugiati e migranti.


5. Alla luce di queste considerazioni risulta chiaro che i Santuari sono chiamati a svolgere un ruolo nella nuova evangelizzazione della società di oggi e che la Chiesa è chiamata a valorizzare pastoralmente le mozioni del cuore che si esprimono attraverso le peregrinazioni ai Santuari e ai luoghi di devozione.


Perciò, volendo favorire lo sviluppo della pastorale che viene svolta nei Santuari della Chiesa, ho deciso di trasferire al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione le competenze che, in virtù dell’art. 97, 1° della Cost. ap. Pastor Bonus, erano finora attribuite alla Congregazione per il Clero […].


Dato nella Città del Vaticano l’11 febbraio 2017,
Memoria liturgica di Nostra Signora di Lourdes, anno IV di Pontificato.


Papa FRANCESCO